Lo Stemma

Ma che egli si rammenti della bianca veste del trionfatore romano, condotto de quattro bianchi cavalli, e seguito da tutto l’esercito biancovestito e dai prigionieri stretti d’argentei ceppi; che egli si ricordi di Bacco e delle Baccanti rappresentate in bianchi lini, e vedrà ove l’araldica frugò i suoi simboli, ove gli emblemi.

Lo specchio, che presso gli antichi era d’argento, e che è il geroglifico dell’abilità, ha consigliato la rappresentazione di quest’estratto alla cavalleria del Medio Evo, e l’araldica l’ha fatta sua. E cosi via discorrendo.

Nella stagione cavalleresca si chiamava luna l’argento che si vedeva sulle armi dei sovrani, perla quello che figurava su quelle dei gentiluomini, le quali denominazioni tutt’oggi si conservano nel blasone inglese.

Dopo la cacciata degli inglesi dalle bandiere rosse, l’argento fu sempre il colore nazionale della Francia, e per conseguenza dei Guelfi d’Italia, e dei Bianchi in particolar modo. Presso i Pontefici e nella repubblica di Genova è stato sempre molto importante, come pure nella Spagna e nelle Due Sicilie sotto i Borboni, nel Portogallo presso i re cristiani di Gerusalemme. Nelle bandiere l’argento serve ad indicare la ragione e la prudenza nel maneggiare le cose di guerra.

Col sistema di Francquar il metallo di cui ci siamo ora occupati era contraddistinto nelle incisioni e disegni mediante il segno planetario della luna; col metodo delle cifre si distingueva mediante un A (alba color, argento, argent).

attivare musica
Sito sviluppato da iD Studio 2010
Home
Em Português
1 visitatore(i) online al momento | in totale